La sorellanza rende felice

La sorellanza rende felice

di Nancy Brilli

Ornella mi scrive. Pensava a un tema da diversi giorni. Ragionava sul meccanismo di solidarietà, complicità ed empatia tra donne, certamente un sentimento che comunemente si impara in famiglia, si assimila con l’educazione e l’esempio, ma evidentemente, come per chi ha perso una mamma molto presto, è anche qualcosa che si costruisce da un seme già esistente e che si coltiva crescendo. Quello che diventa un arricchimento personale, l’identificazione con l’altra, la sorellanza…bello, no? Io lo scriverei-mi dice- ma non mi legge molta gente. Hai ragione, è un bel pensiero da fare. È bello, magico anche, che noi si abbia in nuce la capacità di fraternizzare, di capire l’altra. È bello immaginare che ci appartenga quello che i colti chiamerebbero daimon, uno spirito che ti guida verso il tuo destino, a dispetto della razionalità, che invece appartiene al mondo della superficie e non riesce a raggiungere le profondità dell’anima. Se, come per esempio è successo a me, non hai qualcuno nella famiglia di origine che ti insegni la via, il tuo compagno di nascita, il tuo demone buono, ti spingerà verso la tua chiamata, la vocazione, che, oltre al resto, può essere anche quella di andare incontro e a favore delle altre. Farlo mi rende felice. Anche a te, pare. E poi, giusto per curiosità, mi saprai dire in quanti ti avranno letta. Vedrai, più di quanti non pensassi.


Ultimo aggiornamento: Martedì 27 Febbraio 2024, 10:38